Le Grotte

Le Grotte di Pradis

Le Grotte di Pradis sono un complesso di cavità carsiche di varia estensione e profondità, posizionate a più livelli lungo una profonda forra scavata nel corso dei millenni dal Torrente Cosa nella roccia calcarea del Cretacico superiore. Da quei lontani tempi questi luoghi sono in continua evoluzione e trasformazione per effetto del “carsismo”, dovuto principalmente alla dissoluzione delle rocce calcaree ad opera dell’acqua piovana ma anche a fenomeni di erosione.

L’Orrido delle Grotte di Pradis intitolato a Don Giacomo Bianchini è un libro aperto sulla geologia e sul carsismo e consente di apprezzare la potenza delle acque del torrente Cosa. L’Orrido, con le sue cascate, archi naturali, grotte e cavità, è un ambiente carsico unico per la sua bellezza. Qui la forza della natura e dell’acqua si mostrano con tutta la loro potenza e maestosità, un atlante di geologia all’aria aperta che ha affascinato generazioni di visitatori, dalla Preistoria fino ai giorni nostri.

Oltre alle bellezze naturalistiche, le Grotte di Pradis sono infatti conosciute come importante sito archeologico: le due grandi cavità carsiche che accolgono il visitatore all’ingresso dell’Orrido, scavate negli anni ’70 dall’Università di Ferrara, sono state sede di ben due fasi di frequentazione preistorica. La fase più recente, risalente al Paleolitico Superiore, attesta un’occupazione di gruppi di cacciatori-raccoglitori epigravettiani di 14.000 anni fa. In questi strati sono stati rinvenuti numerosi reperti sia litici che faunistici, tra i quali spiccano le centinaia di resti di marmotta che, come per la vicina Grotta del Clusantin, mostrano evidenti segni di spellamento e trattamento delle carni da parte dell’uomo preistorico. La fase più antica di frequentazione delle Grotte di Pradis risale al Paleolitico Medio ed ha restituito utensili in selce tipici invece del Neandertal.

La bellezza di questi luoghi fu colta già nel 1921 da Don Giacomo Bianchini, parroco di Pradis, ma la loro valorizzazione deve aspettare don Terziano Cattaruzza, il quale giunse nel 1965 ad inaugurare la Grotta della Madonna, la quale ospita la “Madonnina delle Grotte” e, nel 1969, a completare il percorso di discesa al fondo della forra. Recente è invece la realizzazione di un percorso ad anello sovrastante l’Orrido che, attraversando il Cosa a monte, su un antico ponte di pietra, e a valle su una moderna passerella, offre al visitatore una prospettiva del tutto originale sull’imponenza della forra e delle formazioni geologiche sottostanti.

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